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Extrait de l'introduction de Caterina Severino : "La « révolution numérique » est en marche. C’est ce que l’on nous raconte tous les jours et, il faut dire, c’est ce que l’on constate au quotidien : l’outil numérique a modifié et va sans doute encore bouleverser nos modes de vie.
Mais, quel impact cette révolution technologique peut-elle avoir sur la vie démocratique et même
sur le fonctionnement de nos institutions ? Certains assurent déjà qu’internet garantit un meilleur
pluralisme de l’information. Certains nous expliquent que les blogs, les forums de discussion, les réseaux
sociaux sont les nouveaux lieux des débats de société. Certains mettent en avant le fait que ces réseaux sociaux offrent une meilleure visibilité des opinions personnelles de tout un chacun, voire permettraient aux citoyens d’exercer une sorte de contre-pouvoir."

La 4ème de couverture indique : "La credenza diffusa circa il potenziale democratico immanente alle tecnologie digitali è sempre più spesso smentita da chi le vede principalmente nella loro guisa di frecce all'arco dei "populisti": demagoghi particolarmente abili ad accattivarsi il consenso delle masse grazie a "fake news", teorie del complotto virali, bolle informative e polarizzazione d'una sfera pubblica assai lontana dagli idilli dialettici vagheggiati dai teorici della partecipazione deliberativa. Criticando sia i pregiudizi che imputano a internet la presunta crisi della democrazia rappresentativa sia la visione irenica della "e-democracy" come incarnazione di una portentosa intelligenza della rete ricognitiva del bene comune, questo libro propone una teoria intesa a valutare le potenzialità, i rischi e gli inconvenienti delle varie e multiformi tecniche della democrazia elettronica, con particolare riguardo a quelle finora sperimentate o messe in pratica. A tal fine, si offre un apparato analitico rivolto a determinare se e in quale misura tali tecniche siano apprezzabili in ragione degli stessi valori che ci fanno apprezzare l'autogoverno del "demos", o siano piuttosto degli strumenti di democrazia "eterodiretta" che, dietro le apparenze della partecipazione digitalmente mediata dei cittadini alle scelte politiche, celano il potere autocratico, arbitrario e d'ultima istanza di chi in qualche modo controlli il "medium" tecnico usato per adottarle."